Shut in, regia di Farren Blackburn

di

shutMary Portman (Naomi Watts) è una psicologa infantile, riceve i piccoli pazienti in uno studio accanto casa – una suggestiva villa dispersa tra le nevi, che come si sa collabora a depistare e a confondere – e si occupa del figliastro, rimasto paralizzato dopo l’incidente nel quale è morto il marito. Un giorno scompare un bambino del quale si prende cura, per la dottoressa iniziano incubi, visioni e tormenti ma in Shut in tutto è previsto e prevedibile, tensioni e spaventi sono ai minimi, la sorpresa finale si delinea da molto prima anche a chi segue poco il genere e poi i continui rimandi di atmosfere e contenuti all’intoccabile e indimenticabile Shining non aiutano.

Un pensiero su “Shut in, regia di Farren Blackburn

  1. pierfranco bianchetti

    “Soffri d’insonnia? Vai a vedere un horror!”
    Come erano belli i tempi in cui andavamo a spaventarci nel buio della sala cinematografica piena di fumo e con le tende di velluto rosse. Eravamo ingenui e felici e tutto ci faceva paura. Poi a forza di horror, thriller e compagnia bella siamo diventati e cinici e bari. Non ci bastano più i colpi di scena alla Hitchcock. Ci vuole ben altro. Infatti in “Shut in” purtroppo “incubi, visioni e tormenti” (copyright Ilaria d’Andria) non ci fanno un baffo e alla fine ci piacerebbe schiacciare un bel pisolino. Se resistiamo è per rispetto del nostro vicino…
    Signori sceneggiatori, lo so che è difficile, ma tirate fuori qualche nuova idea, qualche nuova situazione per farci provare qualche emozione.
    Per favore!!
    Grazie….

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