“Il mio quartiere”: Sempione, Champs-Elysées milanesi – Elena Bardin

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Elena Bardin

Elena Bardin, torinese milanesizzata, consulente di marketing e comunicazione

Qual è il suo quartiere?
Sempione/Procaccini

Il quartiere ha una sua identità precisa? E qual è?
Ce l’aveva e l’ha un po’ persa. Il suo asse centrale è Corso Sempione con alberate antiche e imponenti (è un bene vincolato dalla Stato). Nato in età napoleonica per collegare Milano a Parigi, Corso Sempione sarebbe dovuto diventare una sorta di Champs-Elysées di Parigi (parte dall’Arco della Pace e dal bellissimo Parco Sempione e arriva fino a piazza Firenze). Ma, nonostante intorno al Corso siano stati costruiti edifici architettonicamente notevoli e nelle vie circostanti siano nate arterie commerciali, come via Procaccini, il degrado, di cui è oggetto da più di vent’anni, lo rende dimesso, una via di scorrimento, un po’ parcheggio un po’ discarica.

Chi vi abita si riconosce in lui?
Non particolarmente.

In questi ultimi anni il quartiere è cambiato molto?
Per nulla. A parte le due aree dove sono nate le fermate della nuova metropolitana lilla.

 Quali sono i difetti del quartiere? (rumore, movida, traffico, carenza di mezzi, troppi negozi)
La movida senz’altro, il traffico anche.

Quali sono le cose belle?
Le enormi piante del Corso e le aree verdi sottostanti, le case – alcune davvero belle – il fatto di avere un Parco Sempione molto vicino, il nuovo panorama che si è creato grazie ai grattacieli di City Life e il pullulare di negozi e negozietti, ristoranti, ecc. che rende il quartiere sempre animato.

C’è un mercato e lei ci va?
Il mercato di via Fauché, molto noto a Milano, ci vengono anche cittadini da altri quartieri, soprattutto il sabato. Io ci vado perché si trova di tutto e per la varietà di frutta e verdura fresca.

Il Comune di Milano, secondo lei, lavora bene per rendere migliore la città?
Sì, in questi ultimi anni molte zone di Milano sono state riqualificate, molte altre migliorate, c’è più verde, ci sono tante piste ciclabili, zone a 30 all’ora. Quindi, a parte un problema oggettivo di pulizia e manutenzione generale (viene pulito solo il centro città, la zona 1 per intenderci, tutto il resto no), Milano oggi è più bella.

C’è qualcosa che consiglierebbe al Comune per migliorare il suo quartiere?
Esiste già un progetto di riqualificazione di Corso Sempione che gli assessori Maran e Bisconti hanno cercato di realizzare in questi anni, ma, avendo la Giunta dato priorità ad altre zone, oggi mancano i finanziamenti che speriamo arrivino presto da Roma. Il progetto prevede di eliminare il parcheggio delle auto dalle alberate e di fare passeggiate pedonali e piste ciclabili, oltre al rifacimento dei marciapiedi e delle aree verdi. Il Corso così dovrebbe diventare il proseguimento del Parco Sempione e potrebbe essere molto più vissuto dagli abitanti del quartiere. Inoltre il Comune deve assolutamente trovare il modo e le risorse per rendere tutta la città – e Corso Sempione non fa eccezione – più pulita e curata. E’ davvero una priorità.

Nel suo quartiere ci sono aree verdi e sono curate?
Si, ci sono i Giardini Valentino Bompiani, vicino alla fermata metrò Pagano, il Parco Sempione e molte zone più piccole, adibite a verde, che sono abbastanza curate. Ad eccezione di Piazza Gramsci che è invece deturpata e piena di cemento.

Lei fa qualcosa per il suo quartiere? O le piacerebbe farlo?
Si sono entrata nel Comitato Percorso Sempione, la cui finalità è quella di affiancare l’Amministrazione comunale nel portare a compimento il progetto di riqualificazione di Corso Sempione. E sarei disponibile a fare molto di più. Purtroppo la vita nelle grandi città come Milano oggi è molto “spersonalizzata”, mentre io credo sarebbe molto bello che ci riappropriassimo, almeno un po’, della dimensione familiare dei quartieri di una volta.

 

 

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Informazioni su Letizia Rittatore Vonwiller

Letizia Rittatore Vonwiller ha scritto e scrive per varie testate del gruppo Rizzoli (Io Donna, Casamica, Amica), occupandosi di attualità, arte, libri e bellezza. L'opportunità di lavorare per la bellezza le ha fatto scoprire un mondo affascinante. È convinta, come Dostoevskij, che "la bellezza salverà il mondo".

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