Che donna!

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Sandra Bonaiti è la Presidente e Legale Rappresentante del Centro San Marco. Cioè “quella che ci va di mezzo se qualcosa va storto”, sintetizza questa  signora coi capelli bianchi – un po’ milanese e un po’ ligure – che oltre ad avere un marito, 3 figli e 8 nipoti, si occupa di mandare avanti da circa 30 anni il Centro.

In pratica è anche il jolly del Centro, quella che cura i rapporti con le Istituzioni, va alle riunioni, ha la firma in banca, cerca fondi e se del caso accompagna con la sua macchina gli ospiti alle visite mediche e burocratiche.

“Ho iniziato con Centro d’ascolto, ma allora il nostro pubblico era diverso: principalmente si trattava di italiani che dopo aver lavorato all’estero, una volta rientrati in Italia , si trovavano senza pensione ed estraniati dalle loro famiglie. L’alcool era una delle “vie di fuga” più frequenti dai loro guai”, prosegue. La Parrocchia, nella persona dell’allora Parroco don Giovanni Mercandalli, decise di dare risposte concrete e istituì il primo nucleo di residenza, continuando anche a seguire le loro pratiche pensionistiche.

I tempi cambiano, e con loro  gli ospiti. Oggi sono principalmente ragazzi dai 17 ai 21 anni provenienti dal Beccaria in attesa di giudizio o messi alla prova dopo il processo. Pubblico ovviamente “difficile” , per il quale il Centro e chi ci lavora deve fungere anche da famiglia, con tutto quello che ciò significa in termini di capacità di ascolto, prima di tutto, senza dimenticare  polso fermo  nel seguire le indicazioni di psicologi ed educatori o espletamento di estenuanti pratiche burocratiche.

Trent’anni di storie umane variegate, drammatiche ma anche a lieto fine. Come la storia di Florin, bellissimo ragazzino romeno, “importato” per essere avviato alla prostituzione. In modo piuttosto rocambolesco, Florin riesce a mettersi in contatto con suo fratello maggiore, ospite del Centro per alcuni pendizi con la giustizia italiana. Il fratello chiede aiuto al Centro e i suoi operatori riescono, dopo varie peripezie, a far scappare Florin dall’appartamento in cui era tenuto prigioniero  in attesa di essere messo sul mercato della pedofilia.

Una storia da telefilm? No, una storia vera di vita metropolitana, come tante altre. Una storia che sarebbe ancora più comune, se non ci fossero uomini e donne come Sandra: persone che operano con buon senso, generosità, dedizione e la lievità di chi non si considera indispensabile.

Ma già che c’è, il suo lavoro lo fa bene. Anzi, benissimo.

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