Cinema: “Cha cha cha” di Marco Risi

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 A poche ore di distanza dal ritrovamento del cadavere di un ingegnere una macchina investe, uccidendolo, un ragazzo all’uscita di una discoteca: qualcosa, e qualcuno, lega le due morti e un solitario investigatore privato di nome  Corso indaga mettendo il naso dentro intrallazzi e appalti immobiliari e scoperchiando complicità e silenzi in una Roma ingrigita, incupita, poco piaciona, poco invitante, dominata dal malaffare e da loschi figuri.

Marco Risi gira un più che buon nero di genere e in Cha cha cha il piacere del racconto c’è, Luca Argentero convince, matura e promette bene, Claudio Amendola è un ottimo ispettore impuro, gli altri comprimari sono bravi e la fotografia di Marco Onorato è notevole.

Che c’entra la danza del titolo in questo girotondo di mascalzoni, intercettazioni e imbrogli? C’entra, c’entra se alla fine, sull’orlo del precipizio, si continua a ballare.

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